Gli impianti fotovoltaici
Come funziona una cella fotovoltaica?
Per riuscire a capire dobbiamo partire da alcuni semplici concetti di chimica e fisica. 1) Ogni sostanza è formata da atomi e ogni atomo è a sua volta formato da neutroni, protoni ed elettroni. I protoni (dotati di carica elettrica positiva) e i neutroni formano il nucleo dell'atomo, mentre gli elettroni (dotati di carica elettrica negativa) orbitano intorno al nucleo e concorrono talvolta a creare legami con altri atomi. 2) L'energia elettrica consiste in un flusso di elettroni. Se voglio produrre energia elettrica devo trovare il modo di farmi "prestare" degli elettroni e incanalarli in un mezzo conduttore, come un cavo di rame. L'effetto fotovoltaico
Normalmente in un materiale isolante, gli elettroni sono strettamente legati ai loro atomi e non possono muoversi (essi non riescono a passare dalla banda di valenza alla banda di conduzione), questi materiali non possono condurre elettricità perchè impediscono ad altri elettroni di passare (diciamo che sarebbe come cercare di entrare in un autobus pienissimo in cui nessun passeggero vuole spostarsi di un centimetro). Nei materiali conduttori invece gli elettroni sono liberi di muoversi da un atomo ad un altro. Se si applica una differenza di potenziale ai due capi di un conduttore gli elettroni possono fluire liberamente spostandosi tra gli atomi. Esiste una terza categoria di sostanze, i semiconduttori come il silicio.
Il drogaggio dei semiconduttori
Il nostro problema dunque è quello di "incanalare" e far muovere tutti nella stessa direzione gli elettroni che si liberano grazie all'effetto fotovoltaico. Qualche genio ha risolto il problema drogando il silicio.
Un atomo di boro dispone di soli tre elettroni di valenza, quindi nel punto dove viene inserito si forma una lacuna (manca un elettrone di legame). Un atomo di fosforo invece dispone di cinque elettroni di valenza, quindi nel punto dove viene inserito ci sarà un elettrone libero che non riesce a legarsi a nessun atomo di silicio. Il silicio drogato con boro (con eccesso di lacune) viene chiamato di tipo p, mentre quello drogato con fosforo (con eccesso di elettroni) viene chiamato tipo n.
Se si costruiscono due placche di silicio molto sottili, una drogata con fosforo (tipo n) e una drogata con boro (tipo p) e si mettono a contatto, succederà che gli elettroni liberi, abbondanti nel silicio di tipo n, migreranno verso il silicio di tipo p, cercando di riempire le lacune lasciate dal boro.
Il silicio di tipo n e di tipo p sono neutri dal punto di vista della carica elettrica in quanto il numero di elettroni presenti è compensato dal numero di protoni dei nuclei atomici, quando però gli elettroni si spostano le cariche elettriche non sono più bilanciate e il silicio di tipo p risulta carico negativamente (a causa degli elettroni che sono arrivati), mentre quello di tipo n risulta carico positivamente (a causa degli elettroni che se ne sono andati. Per adesso la nostra cella non ha prodotto energia elettrica, le due placche di silicio però hanno acquistato cariche elettriche opposte e stanno generando un campo elettrico. Che succede adesso?
Questa volta però gli elettroni (cariche negative) sanno dove andare, essi infatti saranno attratti dal silicio di tipo n che ha carica elettrica positiva, mentre le lacune (cariche positive) che si formano seguiranno il percorso opposto.
Quindi, se si connette la giunzione p-n con un conduttore, nel circuito esterno si otterrà un flusso di elettroni che parte dallo strato n, a potenziale maggiore, verso lo strato p, a potenziale minore. Fino a quando la cella resta esposta alla luce, l'elettricità fluisce con regolarità sotto forma di corrente continua.
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